venerdì 19 giugno 2009
Decreto sulle intercettazioni: l'ennesimo sputo del "governo" sulla Costituzione.
"Governo" volutamente tra virgolette. La Repubblica Italiana delle Banane è l'unico stato al mondo che ha sostituito la figura dello statista con quella dello staminchia. Perfino la provenienza etimologica del termine si addice con i personaggi di cui ormai si sente ogni giorno il nome.
I giornali hanno il dovere di informare perché i cittadini hanno il diritto di conoscere e di sapere. La nuova legge sulle intercettazioni telefoniche (Ddl Camera 1415-A) è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa e la possibilità di informare i cittadini. Per questo va fermata. Così Repubblica esorta gli Italiani a FIRMARE CONTRO QUESTO EMENDAMENTO. (potete farlo cliccando QUI)
La cosa GRAVISSIMA è che a farla franca non sarà solo uno come Silvio animadellafesta Berlusconi, ma qualsiasi mafioso, ladro, stupratore, omicida, pedofilo, narcotrafficante... insomma, pare che il businness del futuro, che non conosce ne crisi ne rischi, sia proprio il delinquente, o il politico.
Ma cosa dice questo famoso maxiemendamento al disegno di legge sulle intercettazioni, sul quale il governo ha ottenuto la fiducia??? (già cosa di per se scandalosa)
In pratica, ci sarà lìintroduzione di un nuovo reato, quello della pubblicazione di intercettazioni per le quali "sia stata ordinata la distruzione" per il quale si prevede il carcere da uno a tre anni. La stessa sanzione è stabilita per la pubblicazione di intercettazioni riguardanti terzi estranei alle indagini e "irrilevanti". Gli editori che pubblicheranno atti o intercettazioni in divieto degli obblighi di legge saranno multati. Infine viene previsto il divieto di pubblicazione di nomi o immagini di magistrati "relativamente ai procedimenti e processi penali a loro affidati", fatto salvo il caso in cui l'immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca.
Qui il testo completo del ddl sulle intercettazioni, Ddl Camera 1415-A. (in pdf)
Vi esorto ancora a firmare l'appello di Repubblica, al quale hanno già aderito anche importanti nomi, a cominciare da Roberto Saviano: i filosofi Salvatore Veca e Remo Bodei, gli editori Giuseppe e Alessandro Laterza e Carlo e Inge Feltrinelli, il giurista Alessandro Pace, l'avvocato Carlo Federico Grosso, i premi Nobel Dario Fo e Renato Dulbecco, gli scrittori Giorgio Faletti, Antonio Scurati, Aldo Nove, Andrea Zanzotto, il poeta Valerio Magrelli, il direttore d'orchestra Maurizio Pollini, i musicisti Andrea Mingardi, Modena City Ramblers, Skiantos e Africa Unite e tanti altri ancora.
"Una volta un giudice come me, giudicò chi gli aveva dettato la legge: prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge".
Fabrizio De Andrè
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1 Commenti!! Fatti sentire!:
Se siete fra coloro a cui hanno raccontato che tutti i giorni (ma in realtà è capitato solo una volta) i giornali escono con le confessioni di "veline" e ricatti sessuali, sappiano che la tv si riferiva all'inchiesa che nel 2006 vedeva imputato per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione colui che si fa chiamare Vittorio Emanuele III.
Com'è noto, tutti i papponi al telefono parlano solo di furti di bestiame o di quant'è buona la pasta col sugo.
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