domenica 23 dicembre 2007

E' Natale, ma io non ci sto dentro.

Ma perchè devo fare l'anticonformista? Perchè devo essere contro le pubblicità del panettone e dei Baci Perugina in sequenza, poco prima di quelle sul "New Giorno E Notte Plus"? Perchè devo parlare alla Radio e non passare "Last Christmas" o "Let It Snow"? Perchè devo dire che odio il Natale per l'ipocrisia generale che genera? D'altra parte ci si sente tutti più buoni e uniti!! Neanche se fosse una partita della nazionale!!!
E' NATALE!!! E la nostra MATRIX è stata programmata per far sì che in questo periodo ci sia quella magia... quel profumo che riusciamo a sentire solo noi, e che è diverso per ognuno, e che ci ricorda di quando credevamo a Babbo Natale, e quando le vacanze erano rilassanti...insomma... QUANDO NON C'ERA INTERNET!!!
Prima di passare oltre... vi delizierò con un'altro bel video, sempre fatto da me. E' online già da un po' ma aspettavo di postare qualcosa di relativo per pubblicarlo :)



Grazie anche al magico mondo del "vùvùvù" abbiamo scoperto tante cose interessanti sul Natale, e sopratutto su quel grassone vestito di rosso.
Ecco qualche curiosità sul lato pagano di una festa semicattolica.

BABBO NATALE: Era una fredda notte d'inverno, fra gli anni 243 e 366 dopo Cristo, quando nell'antica Roma imperiale, amici e parenti si scambiarono le prime "stranae" per festeggiare il "dies natalis". Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi cesti di frutta e dolciumi, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l'anniversario dell'ascesa al trono dell'Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l'intero anno. Passarono i secoli ed un bel giorno del 1800, il rito trovò la sua personificazione in un forte vecchio rubicondo dalla barba bianca, residente al Polo Nord, dove, secondo la tradizione, aiutato da numerosi gnomi, costruirebbe dei giocattoli da distribuire come doni durante la notte di Natale, con l'ausilio di una slitta trainata da renne volanti e passando attraverso i camini delle case. Raggiunta una certa età, veniamo a conoscenza di una spiacevole realtà: Babbo Natale altro non è che un personaggio fantastico. Ma tale affermazione non è del tutto vera. Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo e forse partecipò al Concilio di Niceanel nel 325. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest'anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore. Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende.
Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. Secondo altre leggende, questo santo sarebbe entrato in possesso di un oggetto mitico, il Sacro Graal, che, oltre ad essere responsabile della sua capacità di "produrre in abbondanza" da regalare, fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa GregorioVII. In ogno caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o addirittura nella notte di natale. Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale.
Oggi, però, Babbo Natale ha perso ogni connotazione religiosa. e grazie all'inventiva dei pubblicitari di una nota bevanda, la CocaCola, statunitense divenne il vecchietto vestito di rosso che conosciamo. Negli USA è addirittura nata un'associazione che sostiene la sua esistenza e ne ricerca le prove, la Institute of Scientific Santacluasism.

ALBERO DI NATALE: La storia dell’albero di Natale è molto complessa, perchè nasce dalla commistione tra miti pagani e riti cristiani. L’albero fu associato al Natale fin da tempi antichissimi e si pensa che questa tradizione derivi dai culti pagani praticati nell’Europa settentrionale nelle zone agricole. I druidi, antichi sacerdoti dei Celti, notarono che gli abeti rimanevano sempre verdi anche durante l’inverno. Per questo li considerarono un simbolo di lunga vita e cominciarono a onorarli nelle feste invernali. In seguito, quando si cominciò a celebrare il Natale, l’abete ne divenne un simbolo e gradualmente la tradizione di decorarlo si estese dalla Germania a tutti gli altri paesi europei. Anche se la prima vera notizia ufficiale riguardo la "nascita" dell'Albero, giunge solo nel 1605 dall’Alsazia: una cronaca di Strasburgo annota che si va diffondendo l’abitudine di portare a casa degli abeti per metterli nelle stanze ornandoli di rose di carta, mele, zucchero e altri oggetti in similoro. Ecco l’albero di Natale, ufficialmente per la prima volta..
Perché proprio l’abete e non un’altra pianta? Per la sua "magia" di essere sempreverde, dono che (secondo alcune leggende) gli sarebbe stato dato da Gesù stesso, grato per aver trovato rifugio sotto i suoi rami mentre era inseguito da alcuni nemici. Nel 1700 la tradizione dell’albero è già consolidata e diffusa nei Paesi di lingua germanica. Johann Wolfgang Goethe, per esempio, amava moltissimo l’usanza dell’albero di Natale: così nel suo romanzo I dolori del giovane Werther l’albero compare per la prima volta anche nella grande letteratura. E proprio in quell’epoca nasce la famosissima canzone Oh Tannenbaum, oh Tannenbaum! (dedicata appunto all’abete natalizio), che ancora oggi è la più cantata in tutta la Germania.
Nel nostro secolo, mentre molte tradizioni sono quasi sparite, l’albero non solo ha resistito, ma ha anzi rafforzato la sua posizione, diventando il simbolo più diffuso del Natale, anche se il più delle volte il vero abete è stato sostituito da quello di plastica. Ma forse è meglio così: altrimenti sarebbe stato uno scempio in natura. Pensate che già nel 1700 erano in molti a protestare contro le devastazioni degli abeti nei boschi nel mese di dicembre! Nel frattempo anche le candele di cera dell’abete sono diventate (per fortuna) delle luci elettriche, magari a intermittenza. E sui rami fioriscono ancora oggi mille oggetti luccicanti. In Italia l’albero di Natale è arrivato solo nel 1800. Si narra che fu la regina Margherita, moglie di Umberto I, a farne allestire uno in un salone del Quirinale, a Roma, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e l’albero, festosamente addobbato, si diffuse a poco a poco nelle famiglie italiane.




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