Lo sciopero nazionale dei blog, tenutosi martedì scorso, non era solo contro il decreto Alfano, ma anche contro tutti questi nuovi disegni di legge che di fatto tentano di mettere un bavaglio a internet e sopratutto ai blog, che, come nuova forma di informazione PULITA e non manovrata dalla politica (al contrario dei TG) espongono a tutti i punti di vista dei cittadini blogger su politica, culutura, società.
Sopratutto le verità sulla nostra "politica", inquinata dalla Mafia (o forse dalla nostra mafia inquinata dalla politica) e tante altre belle cose, il nostro "governo" storce il naso: "La verità è la fine del mondo." Del Loro.
E NOI, popolo ridotto all'osso da questa tenia chiamata Montecitorio, siamo arrivati alla frutta. Peccato che ancora PIU' DEL 50% DEGLI ITALIANI NON SAPPIA USARE INTERNET, perchè sicuramente la situazione politica e comunque interna al Paese sarebbe ben diversa: non dico migliore, anche se peggiore è impossibile.
MA FINALMENTE ECCO UNA BUONA NOTIZIA: Il famigerato articolo 50bis facente parte del disegno di legge 733, meglio noto come legge D'Alia, è stato bocciato dalla camera dei deputati. Aveva destato scalpore l’approvazione in Senato del 50bis, articolo che avrebbe seriamente messo in pericolo la libertà di espressione in rete ed avrebbe, di fatto, censurato gran parte dei blog e dei siti attualmente online in Italia ma anche nel resto del mondo.
Il passaggio tanto contestato è stato questo:
"Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell’Interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine".
In pratica il significato di queste parole era così ambiguo da lasciar aperte molte possibilità per gli organo di controllo, specialmente quella di una censura contro chi avesse criticato, anche a ragione, l’operato del governo o di altri poteri forti. Rendetevi conto, insomma.
Grazie (chissà) all’impegno ed alle pressioni di gruppi sorti spontaneamente su facebook e di numerosi blog e siti italiani, la camera dei deputati, ha bocciato il tanto contestato disegno di legge.
Per ora la libertà di espressione su internet è salva.
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giovedì 16 luglio 2009
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